Nel panorama tecnologico in rapida evoluzione, l’arrivo di motori di ricerca basati sull’intelligenza artificiale come ChatGPT Search e Perplexity sta generando un acceso dibattito sul futuro delle ricerche online. Abbiamo coinvolto i nostri ambassador, un gruppo selezionato di sviluppatori senior ed esperti del settore tech, per comprendere meglio l’impatto di questa innovazione e le sue potenziali implicazioni per il futuro di Google. Le loro opinioni, spesso contrastanti ma sempre illuminate dall’esperienza sul campo, offrono una prospettiva unica su questa trasformazione tecnologica.
Una rivoluzione attesa
“Niente di sorprendente onestamente, era il passo successivo,” afferma Paolo Insogna, Principal Engineer a Platformatic, sottolineando come questa evoluzione fosse inevitabile. “Abbiamo aggregato una quantità smisurata di dati che aspettavano solo di essere consultati. Utilizzarli solo come base per creare immagini bizzarre, musica di dubbio gusto o imbrogliare a scuola era decisamente troppo poco.”
Non tutti vedono questa evoluzione allo stesso modo. Mattia Tommasone, Codemotion Ambassador, offre una prospettiva più critica: “Credo siano una soluzione ex-post, nata perché la gente usava (erroneamente) ChatGPT come un motore di ricerca anziché come un generatore di testo, per cui il marketing ha semplicemente ribrandizzato gli LLM come motori di ricerca.”
La questione della competizione con Google
Il dibattito sulla potenziale competizione con Google rivela sfumature interessanti. Serena Sensini, Enterprise Architect presso Dedalus, offre una prospettiva equilibrata: “Non si tratta di competizione, quanto di cambio di approccio: Google ha sempre avuto il massimo del mercato come motore di ricerca grazie anche le pubblicità e le sponsorizzazioni… Tuttavia la possibilità di esprimere attraverso linguaggio naturale le necessità dietro a una ricerca e ricevere in output una risposta articolata risulta sicuramente a oggi più user friendly.”
Guenda Sciancalepore, Cloud Solution Architect – AI presso Microsoft e Field CTO Data & AI, aggiunge: “Sicuramente hanno creato una disruption. Più che una competition trovo che costringano un gigante come Google a doversi innovare per non rimanere troppo indietro.”
Soumaya Erradi, Senior Software Developer presso Atlantis, elabora ulteriormente: “Google è da tempo la porta d’accesso principale a internet, offrendo una vasta gamma di contenuti, strumenti multimediali e la libertà di esplorare e approfondire una moltitudine di fonti. I motori di ricerca AI, invece, svolgono un lavoro aggiuntivo: selezionano e sintetizzano le informazioni per me, semplificando il processo e risparmiandomi tempo.”
I vantaggi distintivi della ricerca AI
Gli esperti identificano numerosi vantaggi nell’approccio AI alla ricerca. Luca Del Puppo, Senior Software Developer presso Nearform, condivide la sua esperienza: “Se cerco un consiglio su una tecnologia nuova, in passato qualsiasi tool di AI avrebbe potuto rispondere con informazioni di dubbia affidabilità; ora, invece, potrebbe darmi una risposta corredata di articoli o informazioni di blog, o collegarmi alla documentazione di quella tecnologia.”
Sensini evidenzia l’utilità pratica: “Pensare a un esempio? Hai bisogno di riassumere in tre o quattro punti un articolo che ti interessa: puoi richiedere con una semplice frase ad uno dei tanti strumenti che hai citato di svolgere questo compito, e ne sarà perfettamente in grado.”
Scenari d’uso e preferenze
Gli esperti delineano chiaramente quando preferiscono utilizzare ciascuno strumento. Erradi spiega: “Utilizzerei Google in contesti in cui è importante esplorare una varietà di fonti, come articoli di approfondimento, contenuti multimediali, recensioni o risorse specifiche come immagini e mappe.”
Del Puppo aggiunge: “Trovo l’AI particolarmente utile per cercare notizie del giorno o risultati di partite di calcio o tennis. In poco tempo riesco ad avere tutto ciò che mi serve, ben organizzato, e con le fonti da cui ha tratto le informazioni.”
Il futuro della SEO e della visibilità online
La trasformazione del panorama della ricerca solleva questioni importanti sulla SEO. Sensini pone una domanda cruciale: “Come può infatti un sistema definire attendibile una risorsa se proveniente da un sito che ha ranking di visibilità molto più alti rispetto a un blog minoritario e territoriale, che però è curato, magari da persone esperte che fanno ricerca?”
Tommasone offre una prospettiva realistica: “La SEO è sempre stata un po’ un business strano, a metà tra la magia nera e la consulenza truffaldina, quando la realtà dei fatti era, almeno in passato, che il contenuto di qualità sarebbe arrivato organicamente ad avere più visibilità.”
Del Puppo vede opportunità nel cambiamento: “Come tutte le nuove opportunità o evoluzioni, mettono di fronte a una scelta: lasciarsi superare o cogliere l’occasione per migliorare e offrire un servizio più innovativo.”
Le sfide da affrontare
Gli esperti identificano anche diverse sfide critiche. Erradi avverte: “Tuttavia, questi strumenti non sono ancora perfetti: la qualità delle risposte dipende fortemente dai dati su cui si basano, e c’è sempre il rischio di ottenere informazioni incomplete o inesatte.”
Sensini solleva questioni sulla trasparenza: “A oggi non è chiaro come avvenga questa ricerca ma c’è da aspettarselo! […] come verranno gestite le sponsorizzazioni e in generale le fonti citate in questi sistemi, per dirottare le risposte verso aziende che pagano per avere visibilità?”
Verso un futuro integrato
La visione che emerge è quella di un futuro in cui entrambe le tecnologie coesistono e si completano a vicenda. Come sintetizza efficacemente Sciancalepore: “Inutile dire che il meglio lo hai quando fai un mix di entrambi.”
Del Puppo conclude con una previsione: “Probabilmente in futuro avremo un Google più AI-centrico; già ora stiamo osservando alcuni cambiamenti. Credo che eliminare Google sia quasi impossibile, ma sarà più facile vedere un’evoluzione al suo interno.”
Questa evoluzione del panorama della ricerca online sembra destinata a ridefinire non solo come cerchiamo le informazioni, ma anche come le consumiamo e le valutiamo. La sfida per il futuro sarà trovare il giusto equilibrio tra l’efficienza dell’AI e l’affidabilità della ricerca tradizionale, mantenendo sempre al centro la qualità e l’utilità per l’utente finale.