
Margherita Hack è stata una dei più importanti astronomi, scienziati e divulgatori scientifici italiani del secolo scorso. Ha ricoperto anche il ruolo di Direttrice dell’Osservatorio astronomico di Trieste dal 1964 al 1987.
Il 29 giugno 2023 sono dieci anni dalla scomparsa della “signora delle stelle”, come era stata affettuosamente soprannominata dalla comunità scientifica. In occasione di questa ricorrenza abbiamo quindi deciso di dedicarle un articolo, per ricordare il suo apporto e contributo alla scienza, ripercorrendo la sua vita e le sue scoperte.
Chi era Margherita Hack
Margherita Hack è nata a Firenze nel 1922 e quindi ha trascorso la sua infanzia e adolescenza tra la fine della Prima Guerra Mondiale e l’inizio della Seconda. La stessa Hack, ricordando la sua adolescenza disse: “Si era tutti nazionalisti, si andava alle adunate, si faceva sport, ci si divertiva un mondo. Sono stata fascista fino al 1938, fino al giorno in cui entrarono in vigore le leggi razziali”.
Nonostante questo, però, lei e la sua famiglia poterono condurre delle vite tutto sommato normali anche in tempo di guerra. E infatti, dopo aver conseguito nel 1940 il diploma di maturità classica presso il Liceo classico statale Galileo di Firenze, Margherita Hack si laureò in fisica nel 1945 con la votazione di 101/110. Per conseguire questo importante traguardo, si presentò davanti la commissione di laurea con una tesi di astrofisica sulle Cefeidi, realizzata presso l’osservatorio di Arcetri di Firenze.
A pochi anni di distanza, precisamente nel febbraio del 1944, seppur all’inizio riluttante dato il suo radicato ateismo, sposò con cerimonia religiosa, nella chiesa di San Leonardo in Arcetri, il letterato Aldo De Rosa, suo compagno sino alla fine dei suoi giorni.
Margherita Hack morì a 91 anni, il 29 giugno 2013, esattamente 10 anni fa. La causa della morte sono stati dei problemi cardiaci comparsi in seguito ad una lunga malattia; da oltre tre anni accusava problemi di natura respiratoria e motoria.
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L’attività scientifica: le scoperte e il suo lascito
Nella sua lunga vita e all’intero della sua altrettanto lunga e florida vita lavorativa, Margherita Hack ha insegnato all’Università di Firenze dal 1948 al 1951, poi dal 1954 al 1963 si è trasferita presso l’Osservatorio astronomico di Merate, tenendo contemporaneamente corsi all’Istituto di Fisica dell’Università di Milano.
Ottenne anche nel 1964 la cattedra di astronomia all’Università di Trieste dove è rimasta per quasi trent’anni, fino al 1º novembre 1992, anno nel quale fu collocata “fuori ruolo” per anzianità. Durante la sua permanenza al servizio dell’ateneo, è stata anche direttrice del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste dal 1985 al 1991 e poi dal 1994 al 1997. È inoltre stata la prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, contribuendo ad innalzarne la reputazione e portandolo a rinomanza internazionale.
Ma la sua carriera non era relegata solamente al ruolo di docente e direttrice; infatti ottenne anche molti riconoscimenti, tra i quali l’ingresso come membro delle più prestigiose società fisiche e astronomiche. È stata un membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, socia nazionale nella classe di scienze fisiche matematiche e naturali.
Non si è però limitata a operare in Italia, ma ha lavorato presso numerosi osservatori americani ed europei ed è stata per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro dell’ESA e della NASA. In Italia, con un’intensa opera di promozione ha ottenuto che la comunità astronomica italiana espandesse la sua attività nell’utilizzo di vari satelliti giungendo ad un livello di rinomanza internazionale.
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Pubblicazioni, posizioni controverse e impegno politico

L’astrofisica ha pubblicato numerosi lavori originali su riviste internazionali e numerosi libri sia divulgativi sia a livello universitario, ricevendo svariati riconoscimenti per il suo lavoro. Infatti nel 1994 ha ricevuto la Targa Giuseppe Piazzi per la ricerca scientifica. Mentre nel 1995 ha ricevuto il Premio Internazionale Cortina Ulisse per la divulgazione scientifica assieme a Giovanni Caprara per il libro “Il nuovo sistema solare” (Mondadori).
Ha poi fatto ricerche anche sui Buchi neri, scrivendo nello stesso anno il libro L’Universo alle soglie del duemila. E proprio a proposito di spazio, Hack era convinta sostenitrice dell’esistenza di altre forme di vita nell’universo, ma era altresì assai convinta che per problemi legati alla lontananza con esse, non avremmo mai potuto stabilire un contatto.
Margherita Hack era molto nota non solo per i suoi studi, ma anche per le sue attività non strettamente scientifiche e in campo sociale e politico. Era atea, non credeva in nessuna religione o forma di soprannaturalismo e per questo riteneva che l’etica non derivasse dalla religione, ma da “principi di coscienza” che dovrebbero permettere a chiunque di avere una visione della vita laica, rispettosa del prossimo, della sua individualità e della sua libertà.
Si è più volte presentata alle elezioni politiche locali e nazionali schierandosi dalla parte dei progressisti e nello specifico per due volte il suo nome risultò nelle liste del Partito Comunista Italiano, per il quale vinse ottenendo un seggio, al quale però rinunciò per continuare il suo lavoro da astrofisica.
Margherita Hack aveva una posizione molto chiara anche su un altro argomento assai complesso e controverso nel dibattito italiano: l’energia nucleare. Sul tema aveva un’idea precisa ma bivalente; infatti, nonostante fosse contraria la costruzione di centrali nucleari in Italia, era però favorevole alla ricerca sul nucleare, spiegando che “l’Italia non è in grado di mantenere delle centrali nucleari” poiché “è un paese poco affidabile”.
Tuttavia Hack sosteneva anche l’esistenza di “una paura irrazionale, anche scientifica; per l’energia nucleare”, che però “inquinerebbe molto meno dell’energia a petrolio, a metano e a carbone, a cui dovremmo comunque ricorrere”. Sottolineò poi l’importanza della ricerca in questo campo e la necessità di “sviluppare al massimo le energie rinnovabili” che contribuiscono a soddisfare parte del fabbisogno energetico.
Noto era anche il suo impegno nel campo dei diritti umani e civili, grazie al quale nel 2010 è stata premiata a Torre del Lago Puccini come “Personaggio gay dell’anno” per la sua attività a favore dei diritti civili e del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. In quell’occasione dichiarò che “da parte di altri paesi è certamente un segno di civiltà. Noi invece siamo un paese arretrato, che non sa cos’è il rispetto della libertà. Il Vaticano è certamente un deterrente che influenza la classe politica, ma la politica non è libera e non ha il coraggio di reagire. E se non reagisce questo significa che è più bacchettona della Chiesa e non sa cos’è il rispetto della libertà altrui”.
Infine, un’altra posizione controversa detenuta da Margherita Hack era quella riguardante l’eutanasia: lei la concepiva come un diritto, “un modo per sollevare dalla pena un uomo che soffre”, e per questo nel 2011 ha sottoscritto il proprio testamento biologico.
Fonti: Wikipedia, Corriere della Sera, Enciclopedia Treccani.