In questa intervista con Mauro Sanfilippo, CTO di Smeup spa, esploriamo il ruolo cruciale del CTO nel mondo tecnologico in continua evoluzione. Mauro Sanfilippo condivide la sua esperienza e la sua prospettiva sul futuro di questo ruolo, focalizzandosi su temi come la modernizzazione applicativa e aziendale e il debito tecnologico. Affrontiamo quattro domande chiave sul debito tecnologico e scopriamo anche il libro che Mauro consiglia ai suoi colleghi per migliorare il pensiero e la comunicazione. Unisciti a noi in questa interessante conversazione nel mondo della tecnologia.
Quali sono le sfide che come CTO ti trovi ad affrontare in Smeup?
Smeup sviluppa software gestionale su piattaforme IBM midrange dagli anni novanta. Abbiamo sempre sviluppato codice applicativo e funzionalità applicative perché il nostro core business era proprio quello. Con il passare degli anni e il nostro crescente successo (siamo ora una società di quasi settecento persone con un obiettivo di cento milioni di fatturato), abbiamo modernizzato il nostro software. Questo approccio ci ha fatto capire che la modernizzazione poteva essere applicata anche ad altri tipi di software.
Personalmente, sono entrato in azienda nel 2008 come uno sviluppatore. Nel corso degli anni, ho scalato la gerarchia e sono diventato responsabile di varie parti del software. Nel 2015, sono diventato responsabile della parte tecnologica e nel 2018 ho raggiunto il ruolo di CTO. Durante questo periodo, il mio focus principale è stato modernizzare l’intera nostra applicazione. Già nel 2016, ho iniziato a incoraggiare il team a partecipare a conferenze, in particolare al MOS, che è stata una scelta molto apprezzata. Questo ha portato a un cambiamento culturale nell’azienda, il che può sembrare banale ma è stato estremamente positivo per noi.
La nostra crescita aziendale è avvenuta principalmente tramite acquisizioni di altre aziende su cui pensavamo di poter apportare un grande valore. Poiché il nostro valore deriva principalmente dalla modernizzazione applicativa, tendiamo ad acquisire aziende che hanno bisogno di essere modernizzate, sia dal punto di vista del software che del team di sviluppo. Quest’ultimo aspetto è fondamentale perché la modernizzazione del software avviene solo dopo aver modernizzato il team.
Come prevedi che evolverà il ruolo del CTO nei prossimi anni?
Il ruolo del CTO sta evolvendo verso una maggiore focalizzazione sul lato aziendale e una crescente affinità con la strategia di sviluppo, simile a quanto avviene nelle startup. Tuttavia, questa trasformazione può variare notevolmente in base all’azienda e al suo stadio di sviluppo.
In particolare, questa transizione si verifica man mano che l’azienda cresce, ad eccezione delle startup appena nate in cui il CTO può essere l’unico sviluppatore. In aziende più grandi, il ruolo del CTO tende a diventare sempre più centrale, anche in settori meno tecnologici.
Ad esempio, alcune aziende industriali, come quelle nel settore manifatturiero, stanno diventando sempre più tecnologiche, anche se potrebbero non avere un CTO. Tuttavia, quando queste aziende introducono un CTO, questa figura diventa fondamentale, poiché la tecnologia sta diventando cruciale per il valore aziendale, persino in settori tradizionali.
Pertanto, il futuro del ruolo del CTO sembra orientato verso la creazione di partnership, l’acquisizione di startup e la costruzione di relazioni strategiche per accelerare lo sviluppo delle parti di business legate alla tecnologia. In generale, il CTO del futuro sarà un professionista con una forte mentalità imprenditoriale e una visione ampia del business. Questa è la mia visione del futuro del ruolo del CTO.
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Qual è la tua visione del futuro della programmazione e della tecnologia?
Nel futuro della programmazione e della tecnologia, un tema chiave sarà la sostenibilità, che sta guadagnando sempre più importanza in tutti i settori, incluso lo sviluppo software. Questa sostenibilità riguarda la protezione degli investimenti fatti nel software nel corso degli anni, compresi quelli recenti, poiché il concetto di “legacy” non si applica solo al software anziano ma può estendersi anche a quello più recente.
Il debito tecnico è un altro aspetto cruciale, inevitabile nel ciclo di vita del software. Riscrivere completamente il software comporta la perdita di investimenti, ma le intelligenze artificiali generative potrebbero svolgere un ruolo fondamentale in questo contesto. Queste tecnologie aiuteranno a documentare e trasformare in modo efficiente il software legacy, assistendo gli sviluppatori nel recupero e nell’ottimizzazione del codice con un alto debito tecnologico. Ciò consentirà di riscrivere, modificare o migliorare il software in modo più efficace.
Inoltre, questa prospettiva si allinea con il concetto di sostenibilità e con un approccio di economia circolare nel mondo digitale. La sostenibilità è essenziale nel nostro settore, poiché influisce sia sulla quantità di codice generata che sul consumo di risorse, inclusa l’elettricità. Quindi il recupero del software già scritto, e non solo la sua ottimizzazione, sono cruciali per un approccio circolare nell’ambito digitale.
Qual è il libro che consiglieresti ai tuoi colleghi, soprattutto a chi aspira a diventare CTO?
Il libro che consiglio è “Super thinking”, noto anche come “Il libro dei modelli mentali”, scritto daWeinberg. È un libro che ho trovato estremamente interessante e che ritengo debba essere letto in inglese per apprezzarne appieno il significato.
Questo libro mi ha colpito in quanto ingegnere, poiché apprezzo l’ingegnerizzazione delle cose. “Super thinking” offre strumenti per ingegnerizzare il pensiero, simili ai pattern di design nel software, ma applicati al pensiero stesso. Esplora i “modelli mentali”, che sono pattern mentali comuni a tutti noi, ma spesso utilizzati in modo inconscio.
Il libro categorizza e descrive questi modelli mentali, rendendo più semplice la comunicazione all’interno del team. Mi ha aiutato notevolmente nei confronti dei team di sviluppo e del management aziendale quando si tratta di affrontare problemi complessi. Identificare e utilizzare questi modelli mentali accelera la comunicazione e il processo decisionale.
Inoltre, “Super thinking” è prezioso anche nella comunicazione con persone non tecniche, consentendo di rendere più comprensibili i concetti tecnici. Questo è particolarmente utile quando si lavora con diverse aree aziendali come il marketing, dove è essenziale avere un linguaggio comune.
In breve, “Super thinking” è un manuale per migliorare il pensiero in generale, non solo per tecnici o scienziati. Ho incoraggiato i miei colleghi a leggerlo e lo considero una risorsa indispensabile, tanto che abbiamo persino dei Kindle aziendali con il libro a disposizione dei dipendenti. Sebbene obbligare gli altri a leggerlo possa essere difficile, ne parlo spesso nelle riunioni e consiglio a tutti di dargli un’occhiata, poiché sarebbe ideale se tutti potessero beneficiarne.
Hai menzionato il debito tecnologico, vero?
Il debito tecnologico è un argomento rilevante e voglio esaminare quattro domande chiave ad esso associate:
- Un rischio spesso trascurato riguarda le persone coinvolte, chiamato “Skill Debt”. L’introduzione di nuova tecnologia può creare dipendenza da specifiche competenze individuali, diventando un vincolo difficile da rompere. Questo è uno dei rischi principali legati al debito tecnologico e va affrontato con attenzione.
- Il debito tecnologico non è sempre negativo, simile a un mutuo per una casa o a un prestito bancario per investimenti. Spesso è necessario per la crescita e l’innovazione aziendale, specialmente per le startup. La gestione appropriata è essenziale.
- Eliminare il debito tecnologico a ogni costo può portare a sovra-ingegnerizzare i progetti, un errore potenzialmente più dannoso del debito stesso. È importante riconoscere che il debito tecnologico è parte naturale del processo di sviluppo e deve essere gestito strategicamente.
- Tutte le tecnologie diventano obsolete prima o poi, e non è possibile evitarlo completamente. È fondamentale essere consapevoli di questa realtà e pianificare di conseguenza.
In sintesi, il debito tecnologico è inevitabile nel mondo tecnologico e deve essere gestito saggiamente, riconoscendo sia i suoi potenziali benefici per la crescita aziendale che i rischi connessi.
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