In questa intervista, incontriamo Emanuele Martire, CTO di IGT per l ‘Italia, che condividerà la sua visione di evoluzione del ruolo del CTO nel tempo, mettendo in evidenza come la tecnologia sia diventata sempre più cruciale per tutti i tipi di aziende.
Raccontaci che cosa fa IGT e quali sono le tue sfide come CTO?
IGT è una multinazionale leader nel settore del gioco d’azzardo regolamentato a livello globale. Offriamo una completa gamma di prodotti e servizi per le lotterie ed il gaming che includono il digitale.
IGT in Italia è concessionaria del Gioco del Lotto e del Gratta e Vinci.
Ho imparato molto dalle mie esperienze precedenti in aziende come Datamat, Telecom Italia e Ferrovie dello Stato, tutte queste aziende hanno contribuito alla mia crescita. Credo che non ci siano aziende “buone” o “cattive”, ma dipende da noi trarre insegnamenti da ciascuna esperienza. Nel mio percorso ho sviluppato principalmente applicazioni software, ma ho anche esperienze in settori come hardware, reti e sicurezza.
Attualmente in qualità di CTO di IGT per l’Italia, la sfida più importante è di implementare la strategia globale di innovazione dell’offerta tecnologica, definita dal global CTO, adeguandola al contesto italiano. Questo richiede un grande sforzo di trasformazione dell’intera organizzazione tecnica e del modo in cui ci si relaziona con le altre strutture aziendali nel contesto sia italiano che globale.
Aiutaci a capire meglio come funziona un global CTO.
La nostra organizzazione global è divisa in diverse business unit, tra cui Global Lottery, Gaming e Play Digital. All’interno della Global lottery, c’è il Global Lottery CTO, responsabile delle tecnologie per tutti i clienti globali di IGT. In questa organizzazione vengono definite le strategie globali di innovazione tecnologica e viene sviluppata l’offerta di prodotti e servizi.
Secondo la tua vasta esperienza, come pensi si svilupperà il ruolo del CTO nei prossimi anni?
Penso che il ruolo del CTO abbia subito una notevole evoluzione negli ultimi anni, soprattutto nell’ultimo decennio. In passato il CTO era spesso visto come il responsabile dei sistemi informatici all’interno dell’azienda e le competenze richieste erano diverse da quelle richieste oggi. Il background poteva provenire da settori come il finance anziché essere strettamente legato all’IT. Inoltre, le evoluzioni tecnologiche erano molto più lente di oggi.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una trasformazione significativa. Le tecnologie sono diventate il fulcro centrale delle aziende, non solo un supporto per l’attività aziendale, ma parte integrante del business stesso. Questo ha portato a una ridefinizione del ruolo del CTO, che ora deve avere non solo una forte base tecnologica, ma anche la capacità di collaborare con i dirigenti di alto livello dell’azienda per contribuire alla creazione di prodotti e servizi di business vincenti, centrati sulla tecnologia.
Il CTO non è più un ruolo subordinato, ma è integrato nell’organigramma aziendale a tutti gli effetti. Ha la responsabilità di guidare la strategia tecnologica, compresi gli aspetti di piattaforma, sicurezza e budget. Questa tendenza di responsabilizzare il CTO continuerà sicuramente nei prossimi anni.
Molto interessante. Come pensi che le nuove tecnologie, in particolare l’intelligenza artificiale generativa, influenzeranno la programmazione e la tecnologia in generale?
Sono convinto che l’AI avrà un impatto significativo sulla programmazione, sul modo in cui si svilupperà il software e sul modo in cui evolverà ed utilizzeremo la tecnologia. Nel prossimo decennio, prevedo che le tecnologie di generative AI non sostituiranno le persone, ma le assisteranno. Ad esempio, un programmatore potrà contare su queste tecnologie per generare parti di codice in modo molto più rapido ed efficiente rispetto al passato.
Questo fenomeno si estenderà anche ad altri processi aziendali, come i call center e il back office, dove le tecnologie di generative AI accelereranno e semplificheranno attività ripetitive e a basso valore aggiunto. L’accelerazione è innegabile, ma dobbiamo vederla come un’opportunità per sperimentare e ridurre i tempi di sviluppo, non come una minaccia.
Hai dei libri da consigliare che ti hanno aiutato nel tuo percorso come CTO?
Sì, e vorrei menzionare due libri che mi hanno particolarmente colpito.
- Il primo è “Strategia Oceano Blu” di W. Chan Kim che mi ha aiutato a sviluppare una mentalità orientata alle opportunità e a vedere il lato positivo delle sfide.
- Il secondo libro che sto leggendo attualmente, e che trovo molto interessante, è “The Wolf in CIO’s Clothing” di Tina Nunno. Il libro si basa sulla teoria machiavellica, ma in un contesto positivo. Aiuta a comprendere quando difendere, quando attaccare e come adattarsi in un ambiente in continua evoluzione, particolarmente utile in contesti complessi come le multinazionali.
Come metaforizzeresti il ruolo del CTO secondo la tua visione?
E’ stata una sfida cercare la giusta formulazione, ma penso di esserci arrivato. Per me, il ruolo del CTO è come essere il direttore di un’orchestra in continua metamorfosi. Questo significa che l’orchestra è composta da persone e gli strumenti possono essere considerati le tecnologie. Tuttavia, l’orchestra non è statica, ma evolve: cambiano le persone e gli strumenti. La cosa più importante è che la musica suoni sempre armoniosa e che il pubblico, che nel nostro caso sono i clienti, ne sia soddisfatto. Non deve sembrare un’orchestra disgregata, ma un’entità coesa.
Quali sono, secondo te, le caratteristiche di un buon CTO?
Definire le caratteristiche di un buon CTO non è semplice, poiché possono variare in base al contesto. Ritengo che un buon CTO debba innanzitutto avere una solida base tecnologica, poiché il suo ruolo è governare la tecnologia in tutte le sue sfaccettature, comprese le persone e gli strumenti. Inoltre, deve essere curioso, in quanto la tecnologia evolve costantemente e la curiosità è fondamentale per comprendere e risolvere i problemi in modo innovativo.
La flessibilità è un’altra caratteristica chiave, poiché il CTO deve adattarsi alle mutevoli esigenze del business e dell’organizzazione. La determinazione è altrettanto importante, poiché il CTO deve perseguire con determinazione gli obiettivi, superando gli ostacoli che possono sorgere.
Un buon CTO dovrebbe anche essere un leader in grado di ispirare il suo team, creando un ambiente di lavoro in cui tutti sono allineati e motivati a raggiungere gli obiettivi. La capacità di comunicazione è essenziale per trasmettere la visione e la strategia tecnologica in modo efficace.
Quali sfide ritieni siano le più difficili per un CTO?
Nel mio caso, una delle sfide più difficili è riuscire ad implementare la strategia di innovazione tecnologia globale nel contesto italiano, riuscendo al tempo stesso a mantenere un team continuamente motivato ed allineato alla strategia. Questo richiede un impegno costante nel comunicare la visione e nel creare un ambiente di lavoro stimolante. La gestione dei talenti, la crescita della cultura aziendale e l’adattamento alle nuove tecnologie sono tutte sfide che un CTO deve affrontare.
Leggi anche: