Nell’intervista a Claudio Bartolini, CTO di OverIT, ci immergiamo nelle sfide e nelle prospettive del ruolo di CTO nel mondo della gestione dei servizi sul campo e delle tecnologie emergenti. Per Claudio Bartolini le sfide più importanti dei CTO sono da una parte riuscire a comunicare la visione aziendale anche ai team tecnici e dall’altra essere capaci ad integrare l’azienda in ecosistemi tecnologici esterni sempre più complessi.
Quali sono le sfide che un CTO come te deve affrontare in una azienda come OverIT?
OverIT sta vivendo una trasformazione da azienda orientata ai servizi ad azienda che offre soluzioni software basate su cloud. In questo contesto di cambiamento, una delle sfide principali che ci troviamo ad affrontare è legata alla comunicazione di una visione chiara e al conseguente equilibrio tra la visione generale e i dettagli operativi.
Nel settore del software la flessibilità e la gestione attenta della scalabilità sono essenziali, mentre la gestione del talento rappresenta un investimento critico, collegato alla visione aziendale e all’integrazione dei dettagli operativi.
Come ti immagini che evolverà la figura del CTO nei prossimi anni?
C’è una chiara tendenza verso l’integrazione in ecosistemi in cui aziende forniscono servizi puntuali, ma non possono aspettarsi di avere il completo controllo. Questo vale soprattutto nel settore B2B, dove è essenziale capire come aggiungere valore in un ecosistema gestito da altri. I CTO devono essere flessibili e orientati verso soluzioni basate su API e workflow al di fuori del loro controllo. L’esperienza del cliente è sempre più influenzata da fattori esterni, quindi le aziende devono concentrarsi sull’interoperabilità delle loro soluzioni utilizzando standard e API per consentire ai clienti di integrare ciò di cui hanno bisogno.
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Secondo te, come impattano le AI sul futuro della programmazione e della tecnologia?
L’evoluzione tecnologica sta portando a un cambiamento fondamentale: si sta passando dall’integrazione “semplice” nuda e cruda, all’importanza di far parte di un ecosistema più ampio. Questo sottolinea ancora di più l’importanza della comunicazione della visione e della valorizzazione delle persone.
Nell’ingegneria del software l’Intelligenza Artificiale e i linguaggi di modellazione
diventano sempre più cruciali. L’interazione uomo-computer sta attraversando una rivoluzione, adesso è normale interagire tramite gesti, comandi vocali e interazioni più naturali. Ci si aspetta che questa forma di interazione diventi comune e intuitiva, simile al passaggio dalle basi di dati relazionali alle basi di dati NoSQL.
L’AI, inclusa la computer vision, sta crescendo rapidamente e diventa una parte essenziale delle soluzioni tecnologiche. Questa tendenza è destinata a diventare sempre più diffusa e ad avere un impatto significativo sul nostro modo di lavorare e di interagire con la tecnologia.
Ci puoi suggerire dei libri che potresti consigliare ad altri tuoi colleghi o a chi voglia intraprendere il tuo stesso percorso?
Uno dei libri che ritengo fondamentali è “Slack” di Tom De Marco, che si concentra sulla gestione aziendale. Questo libro sottolinea l’importanza del ruolo di CTO che va oltre la tecnologia e coinvolge la gestione aziendale e la responsabilità delle scelte tecnologiche. Essere CTO implica una comprensione profonda del business e l’allineamento tra la tecnologia (T) e il business (B).
Il libro “Slack” modifica il modo di pensare al “management”, sottolineando che più si sale nell’organizzazione, meno si è liberi, ma si diventa parte di una rete interconnessa. Questo concetto è spesso una sorpresa per chi assume per la prima volta un ruolo manageriale, poiché scopre che gestire le persone è molto diverso dal lavorare con le macchine e il software. Consiglio “Slack” a tutti coloro che desiderano evolvere nella loro carriera verso ruoli manageriali.
Riesci a descrivere con una metafora qual è la tua visione del CTO?
Il ruolo del CTO può essere paragonato a quello di un urbanista rinascimentale come Leon Battista Alberti. Entrambi, CTO e architetto, devono progettare soluzioni senza conoscere completamente il loro futuro utilizzo, cercando di creare basi solide per l’evoluzione e la crescita. Come gli urbanisti, che consideravano vari aspetti delle città, il CTO deve unire una visione generale con i dettagli pratici per creare una base per lo sviluppo futuro, oltre alle intenzioni e obiettivi iniziali.
Quali sono le tre caratteristiche di un buon CTO?
Le abilità fondamentali per un dirigente tecnologico includono
- la capacità di prendere decisioni, il che implica la scelta tra diverse opzioni anche quando non si è completamente sicuri, poiché l’immobilismo può essere più dannoso di una decisione errata.
- comprendere e valorizzare il proprio team, identificando le persone con il potenziale in diversi ruoli e valorizzando le loro capacità al meglio.
- Mantenere un’aggiornata conoscenza degli sviluppi tecnologici è altrettanto essenziale, poiché permette di prendere decisioni informate e allineate con le tendenze del settore.
Come si valuta un buon CTO?
Per rispondere a questa domanda, un’altra metafora che mi viene in mente è quella del commissario tecnico di una squadra nazionale di calcio, Alla fine, il successo di un CTO è valutato dai risultati dell’azienda che guida, proprio come avviene per gli allenatori di calcio. In particolare, il CTO è giudicato dalla capacità di innovare, di introdurre rapidamente soluzioni sul mercato e di assicurarsi che queste soluzioni siano effettivamente vendute. Anche se l’azienda sviluppa prodotti eccezionali, se non si riesce a venderli, non ha avuto successo. Quindi la sua responsabilità principale è quella di portare l’innovazione sul mercato in modo efficace.
Scalabilità del team tecnico: Quali sono i passi importanti?
L’organizzazione di una squadra deve essere flessibile per adattarsi a diverse dimensioni, simile alla pianificazione di una città in crescita. Devono essere preferite soluzioni standard per avere interfacce ben progettate e scalabili sin dall’inizio. Scalare il team richiede decisioni rapide basate sui risultati, non sulla fortuna. Influenzare la leadership a investire nel talento è cruciale per il successo. In sintesi il successo nello scalare il team tecnico dipende da una struttura organizzativa adattabile, da soluzioni standard, da decisioni rapide e investimenti mirati nel talento.
Quali sono le tre problematiche della scalabilità?
Un ostacolo chiave alla crescita aziendale è una struttura organizzativa che porta alla formazione di “sacche di conoscenza”, che si hanno quando una persona o poche persone diventano uniche depositarie di “know how” essenziali per far funzionare l’azienda.
È essenziale superare questo problema, diffondendo la conoscenza e rendendo il team più flessibile. La competizione per il talento è un’altra sfida, per essere competitivi è cruciale investire nella formazione continua del personale.
Superare le “sacche di conoscenza” e investire nella crescita del personale sono azioni fondamentali per la crescita e la competitività aziendale.
Quali sono i segnali per riconoscere un potenziale leader nel team?
La leadership è fondamentale in ogni livello dell’organizzazione! Non si tratta di imporre decisioni ma del suo contrario, cioè di guidare gli altri in modo che seguano volontariamente il leader. I veri leader sono coloro che influenzano al di fuori delle linee gerarchiche, offrendo consigli, suggerimenti e connessioni. La capacità di ispirare e guidare gli altri verso il successo è un segno distintivo della leadership efficace.
Come mantenere la cultura aziendale quando si scala il team?
Per mantenere una forte cultura aziendale sono essenziali due aspetti: avere chiari i valori e avere una visione aziendale definita. Valori e visioni vanno comunicati costantemente. Durante il processo di assunzione, è importante individuare i segnali che mostrino se i candidati sono in linea con la cultura aziendale. Assumere persone che si integrano bene con l’azienda è più efficace che cercare di adattarle successivamente. La coerenza tra i valori dell’azienda e i nuovi membri è fondamentale per un ambiente di lavoro positivo.
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