In questa intervista Carlo Mallone, CTO di Stealth esplora le sfide e la dinamica aziendale nel settore B2B, focalizzato sul semplificare l’acquisto di beni essenziali come riparazioni automobilistiche, affronta prove culturali e organizzative nell’instaurare una cultura di prodotto nell’ambiente italiano e grazie alla sua esperienza internazionale, condivide prospettive sul futuro del ruolo del CTO d sull’evoluzione tecnologica.
Puoi descrivere che cosa fa Stealth e le sfide principali che affronti come CTO?
Certamente, Stealth attualmente si concentra principalmente sul mercato B2B. L’obiettivo è semplificare l’acquisto di beni importanti, come ad esempio riparazioni automobilistiche, offrendo un’esperienza più rapida e accessibile rispetto alle opzioni tradizionali. La sfida personale per me come CTO riguarda il ritorno al mercato italiano dopo aver lavorato prevalentemente in contesti anglosassoni ed europei.
Quindi, stai affrontando sfide particolari nel contesto italiano?
Esatto, in Italia ci sono sfide culturali e organizzative legate alla creazione di una cultura di prodotto. Le startup italiane tendono a importare pratiche dal mondo delle vendite e applicarle alla fase di design, invece di concentrarsi sulla fase di discovery. È importante investire tempo nella fase iniziale senza cercare di ottenere rapidamente revenue o market fit.
Le aziende italiane spesso seguono un percorso inverso, partendo dalle vendite e retrocedendo nella fase di design. Dobbiamo promuovere una cultura di prodotto basata sull’iterazione continua.
La creazione di una cultura di prodotto inizialmente coinvolge tutti i dipendenti, ma successivamente emergono figure chiave che guidano questa trasformazione. Lavoriamo per far permeare l’ottica di prodotto all’interno dell’azienda, affrontando i problemi prima di proporre soluzioni e collaborando tra competenze diverse.
Con questo approccio è anche importante gestire la crescita del team tecnico. Attualmente il team è composto da tre persone a tempo pieno e stiamo gradualmente cercando di assumere altri quattro collaboratori. Tuttavia, convincere talenti forti a unirsi a noi, che siamo una startup, richiede tempo.
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Da quanto tempo ricopri il ruolo di CTO?
Tecnicamente sono CTO da tre anni, ma ho avuto ruoli di ingegnere manageriale di alto livello negli ultimi sette-otto anni, sempre in contesti internazionali. Quindi ho accumulato una buona esperienza in questo campo.
Come vedi l’evoluzione del ruolo del CTO nei prossimi dieci anni?
Penso che il ruolo del CTO diventerà sempre più polarizzato rispetto a quanto lo sia oggi. Ho notato che in aziende più piccole, il CTO deve gestire non solo la tecnologia ma anche le persone nel team. Deve contribuire alla crescita e alla formazione delle persone, offrendo loro una chiara traiettoria di sviluppo sia all’interno che all’esterno dell’azienda. Questa sfida diventerà più complessa in futuro, poiché il panorama tecnologico sta evolvendo rapidamente, rendendo imprevedibile anche la specializzazione individuale.
Qual è la tua opinione sul futuro della programmazione e della tecnologia nei prossimi dieci anni?
La programmazione e la tecnologia stanno diventando sempre più polarizzate. Le soluzioni tecniche più comuni diventano banali, mentre le sfide più di nicchia richiedono scommesse più audaci. Per un leader tecnico, diventa importante non solo valutare la fattibilità tecnica, ma anche il ritorno sull’investimento e la capacità di influenzare positivamente il team e l’azienda nel loro insieme. In futuro, sarà cruciale essere professionisti cross-funzionali, in grado di unire i puntini tra tecnologia, design, business e altro… in modo da per guidare l’azienda verso il successo.
Ci puoi suggerire un libro che ritieni utile per il tuo ruolo di CTO?
Certamente, ho due libri che considero molto utili per il mio ruolo di CTO, anche se sono abbastanza tecnici. Questi libri affrontano due aspetti cruciali del ruolo del CTO
- Il primo libro è “Accelerate” che tratta principalmente di DevOps e di come scalare l’organizzazione per gestire meglio i rischi tecnici. È un libro fondamentale per affrontare le sfide architetturali in modo olistico.
- Il secondo libro è “Inspired” di Marty Cagan, che si concentra sulla creazione di una cultura aziendale che favorisce la collaborazione tra il team tecnico, il design e il business. Questo libro è importante perché il vero divario tra i CTO in diversi mercati spesso sta nella capacità di comunicare e collaborare con altre funzioni aziendali.
Riesci a descrivere con una metafora il ruolo del CTO secondo la tua visione?
La metafora che ritengo appropriata è quella del capitano di una grande nave. È importante specificare che sto parlando di una nave molto grande, perché quando si manovra un oggetto così imponente in acqua, specialmente di notte, si deve andare veloci. In questo contesto, il mare rappresenta il massimo livello di rischio, in quanto hai pochissimi punti di riferimento e completa libertà di movimento. Tuttavia, questa libertà ha un prezzo, poiché accelerare troppo può comportare rischi quasi esistenziali, simili all’iceberg che il Titanic ha colpito.
In particolare, il timoniere della nave è una figura cruciale in mezzo alla nebbia, dove molte delle situazioni che si presentano sono imprevedibili. In un mondo altamente strutturato come il nostro, la maggior parte degli errori sono prevedibili grazie alla condivisione di esperienze e alla documentazione delle best practices. Tuttavia, dietro la nebbia, ci sono gli iceberg che non hai mai visto e che non sai quando affronterai. Pertanto, il ruolo del CTO richiede una comunicazione costante con tutti gli attori, anche nelle situazioni più rischiose, e una strategia che tenga conto non solo degli aspetti tecnologici ma anche degli obiettivi aziendali complessivi.
Immagina di essere il timoniere di una crociera, responsabile della navigazione, ma consapevole che dietro di te c’è un’intera città di persone che gestiscono molteplici aspetti, tra cui il catering e l’intrattenimento per gli ospiti e i vari stakeholder. Devi far sì che tutto funzioni sinergicamente, ma alla fine, il motore deve andare avanti nonostante la nebbia. Devi accettare che il rischio esistenziale sia sempre presente e che la nebbia non si dissiperà mai, anzi, tenderà a ispessirsi col tempo.
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