
Diciamocelo subito chiaro e tondo: innovare è uno degli aspetti più stimolanti del lavoro di una persona in ambito IT. Vorremmo essere sempre pionieri ed esploratori di tecnologie innovative, eppure c’è sempre quella piccola voce interiore che suggerisce prudenza. Per chi si occupa di tecnologia in azienda, questa è una sfida quotidiana: innovare abbastanza per crescere senza destabilizzare ciò che già funziona bene. Insomma scalare una montagna attraverso la strada più pendente può portarci prima a destinazione o farci cadere pericolosamente!
Bilanciare innovazione e stabilità non è semplice e non esiste un manuale perfetto, ma ci sono sicuramente strategie che aiutano a navigare con successo questo delicato equilibrio.
Perché è così difficile trovare l’equilibrio?
Da un lato l’innovazione è sinonimo di crescita, visibilità sul mercato e vantaggio competitivo. D’altro lato, la stabilità garantisce affidabilità, continuità del business e soprattutto sonni più o meno tranquilli per il team tecnico (quale team tecnico dorme davvero di notte XD?).

Trovare il giusto compromesso significa rispondere a domande difficili. :
- Quanto innovare, e con che ritmo?
- Come scegliere le tecnologie da adottare?
- Quali rischi sono davvero accettabili?
In questo articolo proverò a portare il mio punto di vista per rispondere a queste domande.
Innovare con equilibrio
La roadmap tecnologica è spesso vista solo come un elenco di tecnologie o progetti da completare. In realtà, dovrebbe essere una “mappa strategica”, capace di raccontare la direzione verso cui l’azienda vuole andare, includendo tanto le fasi di innovazione quanto i momenti dedicati alla stabilizzazione. Ogni buona roadmap deve prevedere periodi espliciti per esplorare e sperimentare nuove tecnologie (innovation sprint), intervallati da momenti di consolidamento (stability sprint). Non è una gara a chi usa più framework, linguaggi, library ma un processo ragionato e con un fine ben preciso.
Quindi uno dei primi step per innovare, per davvero, è l’analisi del rischio.
Analisi del rischio: il segreto dietro le decisioni efficaci
L’analisi del rischio non è qualcosa di burocratico o noioso (magari giusto un po XD): è l’antidoto contro l’ansia decisionale. Un buon leader tecnologico non evita il rischio, ma lo comprende, lo gestisce e, soprattutto, lo comunica chiaramente al proprio team e agli stakeholder.
Insomma, ritornando alla montagna da scalare, chi scala una montagna senza controllare che l’attrezzatura sia perfettamente integra e funzionante? Ecco cos’è l’analisi del rischio. La domanda è:
Come fare un’analisi del rischio efficace?
- Valuta la maturità tecnologica: è una tecnologia nuova ma stabile? Oppure è in fase “alpha” e ancora instabile?
- Community e supporto: quanto è ampia la community a supporto? È garantito aiuto rapido e documentazione abbondante che mi possano supportare?
- Compatibilità con l’esistente: si adatta bene ai miei need? Si integra perfettamente (o quasi) con il mio AS-IS?

Il processo decisionale: coinvolgere il team
Ok, abbiamo scelto le tecnologie, calcolato il rischio ed ora? Le scelte tecnologiche migliori nascono da decisioni partecipate. Il tuo team non è solo un gruppo di persone che scrivono codice, ma è il più grande patrimonio che hai nella valutazione di nuove tecnologie.
Un suggerimento pratico: attivare gruppi di lavoro interni per valutare insieme tecnologie emergenti e realizzare Proof of Concept (PoC) per testarle rapidamente, magari, perchè no, divertendosi e con un bel premio in palio (una bella rubber duck potrebbe fare al caso).
Errori comuni da evitare quando scegli nuove tecnologie
Tutto molto bello, ma quali sono gli errori più comuni da evitare nella scelta di nuove tecnologie? Ho raccolto i 3 casi più comuni:
- La “Shiny Object Syndrome” o FOMO: seguire ogni nuova moda tecnologica è come correre dietro a farfalle colorate, belle ma che non portano da nessuna parte (non ditelo ai miei bimbi).
- L’effetto nostalgia: rimanere ancorati a tecnologie obsolete solo perché “hanno sempre funzionato” è come rifiutarsi di cambiare pneumatici usurati solo perché finora non si sono bucati.
- Sottovalutare l’impatto sul team: una tecnologia può sembrare ideale sulla carta, ma se il tuo team non è pronto a implementarla, il progetto fallirà.
Equilibristi non sprovveduti!
Quando si parla di innovare, bisogna fare, come abbiamo visto, molta attenzione perché dobbiamo essere equilibristi non degli sprovveduti.
Prendiamo un caso reale: un’azienda di successo decide di adottare Kubernetes per gestire i suoi container. Kubernetes è potente e innovativo, ma se il team non è formato adeguatamente, rischia di generare instabilità. Un approccio efficace è stato introdurre Kubernetes progressivamente, partendo da progetti pilota minori e poi estendendo gradualmente la tecnologia, bilanciando innovazione e stabilità con training mirati.
Coraggio e ponderatezza
La verità è che non esiste una formula perfetta: ogni azienda è diversa. Tuttavia, il segreto è semplice: devi avere il coraggio di esplorare nuove strade, ma anche l’umiltà di prepararti bene prima di farlo e condividere sempre le proprie idee senza temere il confronto e soprattutto aver paura di sbagliare.
Ricorda sempre che ogni scelta tecnologica non è fine a se stessa, ma è parte di un viaggio più grande che coinvolge il team, la cultura aziendale e gli obiettivi strategici. Ora andate, innovate, ma fatelo con casco, piano di scalata e scarponi!