
Star Trek IV The Voyage Home è stato tradotto in italiano con “Rotta verso la Terra” titolo quanto mai infelice che prestava troppo facilmente il fianco a battute di dubbio gusto.
Non che il film stesso aiutasse più di tanto, sicuramente tra i meno riusciti della serie, lo abbiamo comunque amato, soprattutto per la scena in cui un baffuto e imbolsito Scotty, tornato sulla Terra del 1987, pretende di interagire con un computer parlandoci attraverso il mouse usato come microfono.
Per darvi un’idea di quanto questa scena sia diventata iconica per migliaia di persone, vi basti pensare che c’è chi ancora litiga sul fatto che il computer usato sia un Macintosh Plus, ma che la grafica della schermata sia di un Apple II, all’epoca il computer non poteva essere filmato direttamente perché avrebbe sfarfallato, quindi il pasticcio lo avranno fatto in post produzione, principianti…
Però che Scotty non conoscesse l’uso corretto del mouse fa pensare quanto questo accessorio sia controintuitivo ma allo stesso tempo geniale.
Se fosse tornato sulla Terra nel 1963, avrebbe potuto incontrare Douglas Engelbart, all’epoca ricercatore dello Stanford Research Institute, mentre assemblava il primo prototipo: una scatola di legno con due rotelle. Pensato per controllare il cursore su uno schermo magari sarebbe stato lo stesso ingegnere della Enterprise a battezzarlo “mouse” per via del cavo che sembrava una coda.
E naturalmente avrebbe potuto generare imbarazzo chiedendo quali fossero le sue applicazioni pratiche, perchè era nato prima l’uovo e poi la gallina!
La gallina era ancora in fase sperimentale: solo negli anni ’70 nei laboratori di Xerox PARC, sarebbe stato tenuto a battesimo l’Alto, il primo computer con un’interfaccia grafica controllata da mouse. Su come Xerox non seppe valorizzarlo commercialmente e di come invece il progetto attirò l’attenzione di un giovane Steve Jobs ci sono libri, film , serie tv e migliaia di persone che giurano di essere state presenti ed aver suggerito al co-fondatore di Apple che quella era la strada giusta(sic).
Gente che nel 79 non era ancora nata e che non saprebbe nemmeno pulire un mouse con la pallina perchè nel frattempo il mouse si è modificato sempre di più sia per adeguarsi meglio alle nostre esigenze e per portare altre funzionalità interattive di cui non sentivamo molto il bisogno, ma vediamone alcune tipologie :
Tipologie di mouse: una panoramica
🧵 Mouse cablati
I mouse con cavo sono i più tradizionali ma sopracvvivono grazie alla loro affidabilità. Si collegano via USB e offrono una connessione stabile e senza latenza. Sono particolarmente apprezzati da chi cerca prestazioni, come i gamer che percepiscono una minima latenza come una pugnalata. I mouse per i gamer si notano abbastanza, hanno quasi sempre un design degno di predator, lucette che farebbero invidia al landscape di Las Vegas e quando un consulente in un open space tira fuori un affare del genere suscita lo sgomento della folla, usare un mouse da 100 euro per aprire vscode, eresia.
Infine non consumano batterie e questo per anni mi ha portato a preferirli, poi è subentrato il decadimento fisico…
📡 Mouse wireless
I mouse wireless offrono una libertà di movimento impareggiabile. Si connettono tramite Bluetooth o dongle USB (2.4 GHz). Alcuni modelli recenti raggiungono livelli di latenza talmente bassi da essere utilizzati anche in ambito gaming, ma in generale sono perfetti per chi lavora in mobilità o cerca una scrivania più ordinata.
Ultimamente quelli con Bluetooth hanno dei tasti ad hoc per cambiare al volo il device host, comodissimo per chi ha 2 pc, un tablet e una raspberry sulla scrivania e deve ogni volta ricordarsi su quale device sta lavorando altrimenti rischia di fare casini inenarrabili.
✋ Mouse verticali ed ergonomici
Pensati per ridurre l’affaticamento del polso e prevenire problemi come il tunnel carpale, i mouse ergonomici (soprattutto quelli verticali) stanno diventando sempre più popolari tra chi lavora molte ore al PC.
Chiaramente andrebbe consultato uno specialista per capire se i fastidi che avete sono dovuti al mouse o ad altri fattori esterni tipo motorino, palestra, buste della spesa troppo pesanti o artrite. Sono però molto comodi ed hanno il valore aggiunto che sono facilmente individuabili sulla scrivania in quanto si ergono fino ad altezze inimmaginabili. Di contro hanno che trasportarli non è la cosa più banale del mondo in quanto riescono ad assumere le posizioni più strane una volta che li buttate in qualsiasi borsa tanto che negli Stati Uniti si usa spesso dire “Sei contento di vedermi o hai un mouse ergonomico in tasca?”
🎯 Trackball e design alternativi
I mouse con trackball sono ideali per chi ha spazi di lavoro limitati o esigenze specifiche di precisione. Sono sicuramente l’oggetto del desiderio di ogni developer che si rispetti vista il loro design unico, ma li ho sempre trovati poco funzionali e spesso ridondanti, poi a voglia a dire che si muove la sfera con le dita e non l’intero dispositivo, spesso preso dalla foga mi sono ritrovato a spostare l’intera scrivania prima di capire che lo stavo usando in modo sbagliato….
Le caratteristiche tecniche da valutare
🔍 Sensore: ottico o laser
Al di là di tutti gli orpelli di cui sono dotati, Il sensore rimane il cuore del mouse. A parte la pallina di piombo di cui sopra, estinta nella sua prima versione ma ancora presente nei Trackball , il sensore può essere di due tipi :
🧠 1. Sensori ottici (LED)
Usano una luce LED (tipicamente rossa o infrarossa) per illuminare la superficie sotto il mouse. Una fotocamera integrata cattura continuamente immagini della superficie su cui scorre il mouse, analizzandole per capire il movimento.
A questo proposito ci sono più progetti Arduino che utilizzano questa fotocamera integrata rispetto a quelli che riciclano i motori delle stampanti laser per fare delle stampanti 3d. Hanno performance migliori su superfici opache o opache e rugose come tappetini in tessuto, legno non lucido, etc. Dispongono di alta precisione e controllo fluido soprattutto a bassi e medi DPI di sensibilità, molto apprezzati nel gaming o nella grafica.
Purtroppo non funzionano bene su superfici lucide, trasparenti o riflettenti (es. vetro, plastica lucida) e quasi sempre è bene usare un tappetino adatto per prestazioni ottimali, però sul tappetino potete sfogare la vostra creatività comunicando al mondo aspetti nascosti della vostra personalità, con gattini o personaggi di star wars.
🔦 2. Sensori laser
Usano un raggio laser (infrarosso) invece del LED. Il laser penetra meglio nelle superfici, leggendo anche le piccole imperfezioni microscopiche. Molto versatili funzionano praticamente su quasi tutte le superfici, anche quelle trasparenti o lucide, come vetro o metallo. A sensibilità molto alte (es. sopra 3000–4000 DPI), i sensori laser possono diventare però troppo sensibili, captando micro-variazioni indesiderate della superficie, il che causa un movimento involontario del cursore (jitter).
Se poi lo sommiamo col fatto che il movimento del cursore potrebbe non essere perfettamente 1:1 con quello della mano, alle volte ci troviamo col braccio a fine corsa nel tentativo di ripristinarne le corrette coordinate, spesso devo alzarlo dalla superficie di lavoro minacciandolo di lasciarlo andare da altezze considerevoli, alchè si resetta immediatamente 🙂.
Quindi, se si vuole massima precisione e controllo, meglio un ottico con un buon tappetino. Se invece ti serve versatilità su ogni superficie, anche a costo di qualche imperfezione a DPI molto alti, allora il laser è più adatto.
🧠 Pulsanti programmabili e software dedicati
Molti mouse offrono tasti extra personalizzabili, utili per scorciatoie, macro e comandi rapidi. Sono un must per gamer e professionisti creativi. Alcuni brand offrono software dedicati per personalizzare DPI, luci RGB, funzioni dei tasti, profili utenti e altro. Logitech G HUB, Razer Synapse e Corsair iCUE sono tra i più noti.
Prendi questa mano, nomade digitale
Chiaramente le scrivanie cambiano, spesso ci troviamo a lavorare in posti diversi nella stessa giornata, il top lo raggiungono molti dei miei amici “nomadi digitali” che continuano a mandarmi foto mentre scrivono codice dalla spiaggia o mentre fanno il bagno in piscina, Ho cercato un pò in giro ma non ci sono mouse col giubbotto salvagente, il che al solito mi solletica l’idea di farci una start up.
Una cosa che invece non cambia spesso, per fortuna, è la vostra mano e la relativa impugnatura. Navigando un pò ho scoperto che è possibile classificare tre tipologie di ‘presa’ :
🤲 Palm Grip
Chi impugna il mouse con tutta la mano, poggiando completamente il palmo. Chi usa questo approccio tende a privilegiare il comfort e la stabilità. È una presa rilassata, naturale, che trasmette un senso di controllo pieno e continuo, di solito è associato a un movimento ampio ma controllato, privo di tensioni inutili.
Però, proprio per questa estensione completa della mano, il movimento diventa più ampio, meno reattivo nei micro-spostamenti. Chi lavora per molte ore o chi gioca ad alti livelli può soffrire di affaticamento della spalla e dell’avambraccio, specialmente se il mouse è troppo grande o pesante.
🐾 Claw Grip
L’impugnatura “ad artiglio” ha una tensione diversa: le dita si curvano in avanti, il palmo sfiora appena la parte posteriore del mouse. È una presa più “aggressiva” per chi vuole il massimo della reattività e ha bisogno di movimenti rapidi, nervosi, come in certi ambienti di gioco o in task ripetitivi ad alta intensità.
Dal punto di vista muscolare, però, questa posizione può portare a tensione accumulata nelle dita e nella parte superiore del polso. A lungo andare, se non bilanciata da pause o da una corretta ergonomia, può generare fastidi o micro-infiammazioni.
☝️ Fingertip Grip
Qui il contatto è minimo: solo le punte delle dita guidano il mouse, con il palmo che resta sollevato. È una presa che esprime leggerezza, controllo fine e indipendenza. Chi usa questa presa di solito ha uno stile di interazione molto personale, quasi istintivo, e tende a cercare la massima precisione nei movimenti brevi.
Ma proprio per questo controllo fine e continuo, il rischio principale è l’affaticamento delle dita, soprattutto in assenza di supporto ergonomico o se il mouse è troppo grande o pesante. Anche i movimenti di “sollevamento” frequenti possono stressare la muscolatura più piccola della mano.
Chiaramente non esiste una presa “migliore” in assoluto. Ognuna porta con sé un modo diverso di vivere l’interazione con il computer: più rilassato, più scattante, o più flessibile. Comprendere la propria impugnatura naturale è il primo passo per prendersi cura del benessere muscolare e della postura nel tempo.
A proposito se siete mancini potete scegliere tra mouse ambidestri che sono abbastanza comuni .
Hanno una forma simmetrica, quindi possono essere usati sia con la mano destra che con la sinistra, semplicemente cambiando la posizione del mouse e, se necessario, invertendo i tasti principali nel sistema operativo.Una scelta naive però abbastanza ampia, tra i più commerciali il Logitech G Pro, il Razer Viper 8KHz e lo SteelSeries Sensei Ten. Jimi Hendrix probabilmente userebbe uno di questi.
Se invece seguite la linea “Paul Mccartney” e volete una cosa fatta ad hoc esistono modelli progettati esclusivamente per la mano sinistra, con forme ergonomiche “invertite”, pensate per adattarsi perfettamente all’impugnatura mancina. Le scelte sono più limitate e i prezzi salgono un pò però per molti ne vale la pena. Tra i più noti ci sono il Razer DeathAdder Left-Handed Edition, uno dei pochi mouse da gaming ergonomici pensati solo per mancini e lo Zowie FK2 / FK1 , un mouse per ambidestri, ma ottimizzato anche per utenti mancini, usatissimi dagli eSport player.
Le dimensioni contano…
Senza considerare che esistono mani di diverse misura. Se si hanno mani piccole, si può optare per mouse più corti e leggeri. Alcuni produttori come Logitech, Zowie e Razer hanno versioni Small, Medium e Large degli stessi modelli.
Il mouse per computer più costoso è un modello di lusso creato dall’azienda svizzera Pat Says Now. Realizzato in oro bianco a 18 carati e impreziosito da 59 diamanti, se avete 24k potete comprarne uno e ingelosire tutti i vostri colleghi
In definitiva considerando che è un accessorio con cui condividete gran parte della giornata vale la pena prendersi un pò di tempo e studiare quella che per voi è la soluzione migliore.
Da un paio di anni uso un HP Z3700 molto piatto che porto con me nella borsa e mi permette di lavorare quasi ovunque, precisissimo e leggero, spesso rotola nei treni, cade sugli spalti dei campi di calcio o precipita dai tavolini dei bar, rialzandosi come se niente fosse .

Per la vita da ufficio invece uso un Logitech MX Verticale, ha tanti tasti in più ma siccome sono Svizzeri non fanno il software per linux, quindi è apprezzabile per l’ergonomia, per il resto è il classico ferrari senza catalitica, potete metterlo in salotto ma se ci uscite in strada vi arrestano.
Però riesco a lavorarci per ore senza avere più fastidiosi problemi al braccio e alla spalla, e la rotellina in posizione laterale da sola vale il prezzo dell’acquisto.
Vero è che ormai difficilmente sto attaccato al pc per ore senza alzarmi e fare un giro, alla fine potete avere i device più performanti ed ergonomici del mondo, ma fare delle brevi pause a tempi prestabiliti è la cosa che vi salva maggiormante almeno finchè l’AI non sarà in grado di spostare il cursore dove pensa che lo vogliate, a quel punto un qualsiasi personaggio del futuro potrà arrivare sulla Terra e interagire con un computer senza alzare il sopracciglio e considerarci dei cavernicoli bizzarri…
Se sei in cerca di altre chicche su come migliorare la tua postazione, leggi anche l’articolo sulle scrivanie volanti, dette anche floating desk e sulle tastiere di qualità.